La fisica, Dio e l’anima

1. LA SCIENZA COME SCIENZA TEORICA

Per Aristotele il mondo della fisica fa parte delle scienze teoriche, rappresentano il vertice a cui può giungere la conoscenza degli uomini.

La fisica di Aristotele è qualitativa in quanto tiene conto solo delle priorità essenziali di ogni sostanza, coglie una finalità nei singoli progressi dell'universo.

Nel medioevo la sua dottrina viene rafforzata da implicazione di carattere teologico e morale , dove potrà riaffermare il valore dello studio qualitativo della natura, straordinario processo di sviluppo e progresso che ha caratterizzato l’epoca moderna.

Precisiamo che viene considerato in continuità il discorso fisico della natura, proprio perché Dio di Aristotele non è una divinità personale ma un' ipotesi resa necessaria dalle tesi sulla struttura dell'universo.


2. LA TEORIA DELLE QUATTRO CAUSE

la fisica aristotelica si occupa delle sostanze che mutano e si trasformano, per tanto è una teoria di movimento.

Aristotele spiega il divenire mediante le nozioni di potere e atto: ogni singola sostanza possiede delle qualità, che possono realizzarsi pienamente durante il processo di trasormazione e raggiungere la forma in atto.

Ogni traformazione ha bisogno di particolari condizioni e determinate da delle cause.

Aristotele arriva ad una conculsione co una spiegazione di fenomeni, riconosciendo all'origine di ogniuno di esse quattro tipi di cause:

-la causa materiale: la materia di cui è fatta

-la causa formale: la forma, cio che fa si che una cosa sia proprio quella cosa e no un'altra

-la causa efficiente: la forza che genera il mutamento

-la causa finale: lo scopo in vista del quale avviene il processo

Nei processi naturali le cause formali, efficienti e finali avvengono unificate mentre nei processi artificili esse sono disgiunte.

Per Aristotele la causa finale aveva particolare importanza, la qiuale coincide con la forma, ritiene che la natura non agisca mai senz uno scopo e che tutti i processi avvengono per delle leggi di carattere finalistico.


3. L’ORDINE DELL’UNIVERSO

Secondo le sue osservazuone molto attente evince che nulla, nella natura, è governato dal caso e dalle pura neccesstià meccanica.

Aristotele ritiene che il fine sia inscritto nella natura stessa delle cose come un impolso spontaneo e cio che non rispetta queste regole viene visto come fenomento abnormale, anormale.

La teologia crede in un ordine finalistico e neccessario.

Aristotele non si puo definire una filosofo "determinista" ma è preoccupato nel lasciare spazio alla libertà.

Dalla visione finalistica della natura dipende la teoria dei luoghi naturali, secondo la quale ogni elemento ha un suo posto preciso a cui tiene un particolare tipo di movimento, consideriamo come Aristotele concepisca quast'ultimo, che l'oggetto specifico della fisica.


4. LA TEORIA DEL MOVIMENTO

Per Aristotele ci sono differenti tipi di movimenti come:

-il movimento sostanziale, cioè, consiste nella generazione e nella corruzione

-il movimwento qualitativo, cioè, rappresentato dal mutamento o dall'alterazione

-il movimento quantitativo, cioè, consiste nell'aumento o nella diminuzione

-il movimento locale, cioè, lo spostamento da un luogo all'altro

-il movimento circolare, cioè, intormo al coentro del mondo

-il movimento dall'alto verso il basso

-il movimento dal centro verso l'alto

In base alla natura del loro movimento Aristotele classifica le varie sostena come il fuoco e l'aria che si muovono al centro verso l'altro, l'acqua e la terra che si muovono dall'alto verso il centro.

L'elemento più pesante è la terra che sta al centro del mondo, oltre la sfera del fuoco vi è la prima sfera celeste, il cielo e la luna, e quindi le successivo, fino al cielo delle stelle fisse che rappresentano il limite estremo dell'universo.

Se un elemento viene spostato dal suo poste naturale, tenderà a tornarci.

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